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Macerie dell’informazione, informazione tra le macerie

La fotografia a corredo dell’articolo è stata concessa dal fotografo Roberto Flenghi, ed è stata scattata durante la manifestazione per il Centenario di Torre Maura presso il Punto Luce di “Save the Children” il 30/09/2022. Tutti i diritti © gli sono dovuti e riservati.

Due notizie che riguardano il Municipio VI giungono alla luce della stampa nazionale nel giro di pochi giorni: la prima è il rifiuto del presidente Nicola Franco (Fd’I) di applicare la direttiva 1/2022 di Roma Capitale in deroga al decreto Renzi-Lupi, ovvero la norma che prevede «il divieto di residenza, di allacciamento ai pubblici servizi per chiunque occupi illegalmente un immobile e l’impedimento per 5 anni a partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi popolari se si tratta di un immobile Erp»; l’altra è che lo stesso presidente pare non abbia conseguito una laurea nonostante egli abbia indicato il titolo come conseguito presso l’università «La Sapienza» di Roma.

La notizia che più è rimbalzata , ça va sans dire, è stata la seconda: quella della laurea.
Fiammeggianti e roboanti le parole dell’opposizione in Municipio, mai come ora così presenti e accaniti.
Per Compagnone (Pd), interpellato da ‘TPI‘ c’è da augurarsi che «il diretto interessato dia una risposta in fretta. Tutti i candidati presidente hanno depositato il proprio cv e adempiuto agli obblighi previsti dalla legge. Se non si chiarirà la situazione dovremo capire come agire perché il curriculum costituisce, oltre che un atto di trasparenza, anche una forma di orientamento al voto per i cittadini». Tonante anche il Movimento 5 Stelle: «va fatta chiarezza appurando quale sia la verità».
Un vulnus gravissimo per la democrazia, quello della menzogna sul curriculum depositato come da obblighi di legge su cui ci sarà da interrogarsi sul come agire, capogruppo democratico docet,
Un atto gravissimo su cui c’è da fare immediatamente piena luce!
Il sarcasmo, spero, si sia colto. O, quantomeno, auspicabile.

Il punto centrale è, ancora una volta, la percezione della periferia agli occhi della grande stampa (nonché della stampa stessa), così come pure dei suoi organi politici eletti e che dovrebbero (condizionale d’obbligo) rappresentare il corpo elettorale tutto.
Il fatto che Nicola Franco non abbia una laurea, che abbia millantato di possederla dichiarando il falso, stando a quanto riporta ‘TPI’, è certamente un atto grave. Tuttavia, dalle parti della Rinascita si ritiene infinitamente più grave il fatto che il presidente di un municipio abbia, tramite comunicato diffuso agli organi di stampa, dichiarato pubblicamente di non voler attuare la direttiva 1/2022 di Roma Capitale, in deroga al decreto Renzi-Lupi, sostenendo quanto segue: «[…] La direttiva del Sindaco Gualtieri è un vero e proprio inno all’illegalità, perché favorisce l’occupazione illegittima degli alloggi d’edilizia residenziale pubblica. Tutti sanno, ma nessuno dice, che a Roma la criminalità gestisce buona parte della compravendita di appartamenti popolari. Soltanto nel territorio del Municipio VI delle Torri insistono quattordici clan mafiosi, che guardano con molto interesse alla direttiva del Sindaco. […] Non tollero essere spettatore impotente del colpo mortale alla legalità che il Sindaco Gualtieri sta infliggendo senza pietà. Con oggi, la direzione del Municipio VI delle Torri nei confronti del Campidoglio su questa tematica è una sola: ostinata e contraria» e ancora «sto preparando una lettera da inviare al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, affinché si pronuncino e blocchino la direttiva del Campidoglio, per salvaguardare la sicurezza e il rispetto della legalità». Sembra quasi che si legga tra le righe che: ogni richiesta di residenza dovrà essere vagliata una per una, così come, c’è caso che venga bloccata per motivi politici. E ci immaginiamo quanta ulteriore burocrazia dovrà essere prodotta per poter chiedere la richiesta sopra citata, stante il cortocircuito politico-normativo.

Su questo, ovviamente, le opposizioni non hanno dichiarato nulla perché, c’è poco da dire: gli schieramenti ad oggi presenti nel consiglio municipale, così come in Assemblea Capitolina, sono il frutto di un mesto gioco delle parti per cui, in fondo, c’è accordo su gran parte delle questioni. Lo stesso decreto che è oggetto delle contestazioni di questa fase, porta il nome di due componenti del Governo di allora: Renzi, già segretario del Pd; Lupi, ora “Noi di Centro”, comunque in quota centrodestra. D’altra parte la dirigenza del Pd romano è in perfetta linea con Nicola Franco: «[…] Oltre all’accordo con la Prefettura, in questi mesi abbiamo creato una task force della polizia locale per intensificare gli accertamenti e gli sgomberi. Inoltre, per proteggere la case vuote dalle nuove occupazioni ci siamo rivolti alla stessa ditta che installa i dispositivi di allarme nelle case dell’Ater», ha dichiarato l’Assessore al patrimonio Tobia Zevi (Pd) al ‘Corriere della Sera’ il 12 agosto [2022].

L’immagine dell’opposizione, in VI Municipio, è sempre di più quella del padrone di casa che sistema i quadri durante un cedimento strutturale delle fondamenta. Ma che si arrabbia e punta il dito nei confronti degli altri quadri che stanno cadendo, mentre in tre provano a raddrizzarne uno che sta venendo giù.
L’immagine della stampa nazionale (digitale o cartacea) è sempre la stessa e mira allo scandalo e al gossip, piuttosto che al cuore delle questioni. L’informazione è roba che non riguarda costoro. Non interessa, neppure a titolati periodici locali, come centinaia di cittadine e cittadini, a seguito di questa polemica politica per cui il Presidente Franco si oppone alla direttiva, si ritroveranno (immaginiamo, senza troppi sforzi) invasi da ancora più burocrazia per  poter giustificare un semplice cambio di residenza.
Alla faccia della semplificazione e della “città europea”, della “città dei 15 minuti”.

Alla faccia di tante cose.
Alla faccia nostra.

Marco Piccinelli

 

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