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«Report» e la periferia: la solita retorica e un’occasione mancata

Domenica 12 novembre [2023] è andata in onda la puntata “Periferie d’autore” di Report.

Seguo sempre con molto interesse il programma perché mi sembra ancora una delle possibilità di informazioni senza filtri, come è stato dimostrato dalla convocazione in Commissione Vigilanza. La trasmissione di domenica si è concentrata sulla questione delle periferie e sui fondi del PNRR.

Ho seguito con molta attenzione le modalità di intervento progettuale degli altri territori attraverso le testimonianze dei diretti interessati. E nel frattempo mi chiedevo cosa avrebbero detto su Tor Bella Monaca perché non mi ricordavo di aver parlato con alcun giornalista di Report.

Non dico questo perché sono malata di protagonismo ma perché la sede di Asia-USB su via dell’Archeologia è il luogo da cui partono le centinaia di richieste di intervento manutentivo sugli alloggi, oggi oggetto di intervento di riqualificazione grazie ai fondi del PNRR e in genere tutte le richieste o opposizioni al dipartimento politiche abitative.

Pertanto sono rimasta delusa quando, arrivato il momento di Tor Bella Monaca, sono mancate le voci dei cittadini, dei residenti. Si è scelto di fare un giro a caso dando per scontato che non ci fosse un gruppo con cui parlare. Così come è stato fatto a Scampia: a Ponticelli ed altri territori sarebbe stato interessante ascoltare gli abitanti che da anni aspettano soldi per evitare di avere le bacinelle nelle stanze o di avere l’acqua che gronda dalle pareti e dai soffitti con la rabbia di chi, pur avendo dubbi sull’arrivo dei 125 milioni di euro, tutto sommato li aspetta davvero.
E, soprattutto, sarebbe stata l’occasione per dire, attraverso Report, che la prima richiesta avanzata nei vari incontri avuti con l’amministrazione è stata proprio la richiesta di lavoro.

Abbiamo proposto di inserire una clausola sociale che tenesse conto degli abitanti di Tor Bella Monaca proprio perché parlare di riqualificazione sociale prevede come minimo la lotta alla povertà e alla disoccupazione.

E qui si apre l’altra questione: per Tor Bella Monaca non si può parlare di clausola sociale, come è stato detto invece per Scampia, perché non lo prevedono le norme europee. Insomma, questa volta Report si è adagiata sulla solita lettura data quotidianamente su Tor Bella Monaca.

Se qualcuno ci avesse interpellato come memoria storica, come soggetti sociali che da 40 anni sono l’elemento di pungolo e di critica all’esistente a Tor Bella Monaca, avremmo chiarito una volta per tutte che quei soldi che devono arrivare dovrebbero essere spesi bene, perché altrimenti non ci sarà più un’altra possibilità per questo territorio; contestualmente realizzare quei presidi sociali che sono stati chiesti che devono essere soprattutto presidi permanenti, come l’università o uffici pubblici o poliambulatori. È una grande opera che servirà anche a misurare la capacità di chi gestisce la cosa pubblica in interventi concreti e soprattutto a rispettare gli abitanti della città pubblica per eccellenza quale è definita Tor Bella Monaca e non daremo alibi a nessuno a causa della sfiducia verso le istituzioni perché la riqualificazione non si faccia.

Maria Vittoria Molinari
Asia-Usb Tor bella monaca

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