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Dai libri al MAAM: andata e ritorno

Ci sono spazi dove bisogna andare. Perché andarci fa bene. Stare in certi luoghi riattiva pensieri creativi e progetti stimolanti.

Io, ad esempio, consiglio di andare ogni tanto al MaaM (Via prenestina, 913). C’è arte da guardare e perdersi. Ci sono spazi e convivenze che insegnano più di alcuni intellettuali in seduta plenaria. Ci sono persone con le quali parlare, dialogare, ascoltare. Al MaaM ogni tanto bisogna andare perché fa bene.

E poi c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire.

Oggi ad esempio, Marco ed io abbiamo scoperto che stanno costruendo una nuova “linea urbana”. Ce la raccontano Giorgio De Finis e Osvaldo Costantini. È una linea – spiegano – che collega periferia con periferia. Una linea che si ferma in piazze, librerie, panchine, slarghi portando libri e storie. Un tour, che collega lettori, autori, librai, editori, illustratori e il MaaM. Per leggere libri, raccontare lettori, per condividere storie. Un museo che vive, si apre e viaggia in quella parte della città abitata, affollata e troppo spesso dimenticata. Quella parte della città che arriva prima al raccordo che al centro.

Perché è importante dove stai. Anzi credo che molto dipenda proprio da dove stai. Perchè queste idee ti vengono soprattutto quando le librerie vicino casa tua sono poche se non inesistenti. Quando il luogo dove vivi ha pochi spazi di aggregazione se non proprio nessuno. Quando ogni volta che vuoi partecipare a un evento culturale, non si sa perché, ma è sempre al centro. Insomma, tutte queste idee forse ti vengono soprattutto quando abiti in periferia.

di Marco Tullio Dentale
artekreativa.blogspot.com

Nell’immaginare questa linea, Marco cita una frase di Flaiano:

«In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco»

Ci piace questo arabesco che collega piazze e lettori, panchine e librerie. Un arabesco che disegna periferie, distanze e vicinanze. Questa citazione diventerà un’installazione che Marco Tullio Dentale al MaaM e per questo progetto.

Torno a casa. Ho nuove idee in testa, un sorriso sulle labbra e voglia di fare nelle mani. L’ho detto: andare al MaaM fa bene.

Serena Damiani

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