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Portare rispetto a Enrico Berlinguer | di Roberto Catracchia

Portare rispetto a Enrico Berlinguer non è scontato!

Oggi è l’anniversario della sua morte e giustamente tutti lo ricorderanno e tutti lo tireranno per la giacchetta non ai fini della ricerca storica per contestualizzare l’era politica di cui è stato protagonista, ma per contestarlo o per santificarlo. I riformisti liberal scaveranno e faranno riemergere singole frasi decontestualizzate per confermare le scelte odierne, i profeti disarmati della rivoluzione produrranno in quantità industriale anatemi e fiele contro. E allora facciamo un elenco di frasi dette da Enrico e vediamo se sono nel 2021 ancora attuali o no?

“Le sorti della libertà sono affidate alle posizioni di forza della classe operaia. Siamo di fronte ad una nuova fase di sviluppo delle forze produttive? La crisi del centro sinistra coincide con processi nuovi di radicalizzazione sociale?” (La questione comunista, Editori Riuniti)

Prima di farvi prendere dalla foga di rispondere ai quesiti posti a suo tempo da Enrico, per condividere o criticare, fate un respiro profondo. Espirate e inspirate diverse volte a pieni polmoni. Tenete conto dell’algoritmo della storia odierna e del suo potere compulsivo e istintuale, che tramite Facebook ci avvicina nella comunicazione e ci allontana dalla comprensione dei fenomeni.

Le mie sono semplici osservazioni-provocazioni, in quanto siamo la prima generazione che vive nell’era digitale e, come la prima tartaruga delle Galapagos che fu studiata con il metodo della telemetria da remoto negli anni 60, oggi possiamo constatare che è possibile modificare e controllare un essere vivente a distanza, condizionarne il suo comportamento nella società. Si può pilotare l’attenzione su una figura storica in un modo o nell’altro.

Per chi scrive portare rispetto a Berlinguer, significa assumere l’idea che siamo in una fase pioneristica delle sorti della civiltà umana. Le tre domande formulate da Berlinguer, oggi si pongono in modo nuovo, non vanno ignorate e demonizzate come fanno i riformisti, non vanno riempite di vuoti slogan eclatanti come fanno i radicali, vanno riposizionate nel contesto odierno, in quanto oggi nell’era digitale e delle pandemie, ogni rivendicazione popolare si afferma in forme inedite e diverse dal passato.

“ …Ma quando mai è stato diverso il cammino di un partito rivoluzionario, che è uscito dalla fase pioneristica e di propaganda per entrare dentro la storia, e che deve farsi levatrice della storia? La nostra strada è sempre stata esposta, da un lato, ai rischi del massimalismo, astrattismo, nullismo, ai cui i seguaci interessa di poter dire di avere sempre “le mani nette”, anche se sono del tutto vuote; e, dall’altro lato il nostro cammino è esposto al pericolo di rimanere invischiati, intrappolati, di perdere l’autonomia ideale è politica, di smarrire la prospettiva socialista e rivoluzionaria. Ma tutto ciò non può impedirci di operare politicamente.”

Roberto Catracchia

Foto a corredo dell’articolo: Ritratto di Enrico Berlinguer (Panòrm)

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