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Un anno è [già] passato. Necessità di “Rinascita” e di un chiarimento

Un altro anno è già passato e, come avrete avuto modo di notare, il numero di articoli pubblicati in questo 2022 è evidentemente diminuito. Solo nella parte finale di quest’anno abbiamo ripreso a pubblicare sistematicamente. La motivazione ha sede in molteplici questioni ma, primariamente, in fatti accaduti a dicembre 2021 e che, in un modo o nell’altro, hanno continuato a produrre un riverbero nella vita di Rinascita delle Torri anche nell’anno che sta per chiudersi.
Tutto parte da questo articolo [leggibile qui: Opportunismo, ovvietà, inconsistenza. Va in scena il film già visto del campo di centro democratico (larinascitadelletorri.it)] in cui assumendo la responsabilità di quanto scrivevo, avendo firmato l’articolo, criticavo alcune scelte dell’Anpi locale nella partecipazione ad un evento del Partito democratico ma che non era promosso pubblicamente come tale.
La classica operazione di maquillage politico-civico: faccio partecipare personalità di un partito ma la direzione dell’iniziativa è tutta a trazione civico-sindacale, così la forma è salva. Un concetto di egemonia valido tanto quanto il resto di una moneta da 1 centesimo di euro.
Da quel momento in poi, si verificò l’imponderabile: venni accusato delle cose più disparate da persone vicine ma, soprattutto, secondo costoro non avrei dovuto pubblicare un articolo (!) a mio nome (!!) che legittimamente – e neanche così duramente! – criticava un atteggiamento distorto nell’ambito della partecipazione locale.
L’accusa più creativa fu quella per cui, sebbene avessi firmato l’articolo, il nome era confondibile con altri, a cui era stata rivolta l’accusa da parte di alcuni esponenti municipali locali.
Condire a piacere con invocazioni di censura q.b., sebbene dei contenuti siano stati addirittura prodotti senza il minimo consulto redazionale.

Perché scrivere queste cose un anno dopo?
Perché come il sasso lanciato nello stagno produce la sua scia di onde concentriche, nel nostro caso ha  prodotto l’immobilismo di un giornale digitale che, per quanto piccolo, aveva un’ambizione grande. Come sempre: la condizione di partenza è quella che è, ma il limite non c’è, se non quello del cielo.
Il tutto, mascherato da personalismi (e j’accuse conseguenti) che hanno aggravato la questione.

Lasciato alle spalle questo annus horribilis per le pubblicazioni, ripartiamo con la consapevolezza del cambio di passo da far intraprendere a Rinascita, consapevoli della sua necessità e della sua grande potenzialità.
Ringraziando sempre e comunque chi ha continuato ad essere presente nella vita di Rinascita, di questo piccolo esperimento locale che tutti conoscono ma che nessuno si azzarda a dire di leggere.
Quei bolscevichi…

 

Ci siamo e ci saremo, nonostante tutto.

Buon anno nuovo a tutte e tutti

marco piccinelli

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