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Li numeri

Io mo ce provo a di’ ‘na cosa seria,
che ce po servi’ se ‘n semo in tanti,
‘na sorta de trucchetto, una magia,
stamo davanti li specchi tutti quanti.

Così a prima vista saremo raddoppiati,
come li sordi de l’avaro de Trilussa,
siccome tutti quanti se semo sfiatati,
de chiamà la gente che invece russa.

E se sentimo co’ la coscienza a posto,
perché avemo scritto su quer sito,
e co’ un me piace hanno pure risposto,
sembrava che accettassero l’invito.

Le bandiere a sventola’ ner vento,
la musica alta che canta bella ciao
invece de trenta sembreremo cento.

Forse dovremo rivede’ ‘n pochetto
er modo de parla’ co’ li compagni,
annalli a cerca’ a casa sotto ar tetto:
scusami tanto se vengo mentre magni.

Ripija’ l’antico contatto personale,
anche se co’ le mascherine in faccia,
dije compa’ qua se sta a mette male,
stamo a torna’ in mano a quella feccia.

Giulio Marchetti

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