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Primo Maggio – La poesia di Giulio Marchetti

‘Sto giorno ch’è la festa der lavoro,
la vojio dedica’ a tutte coloro,
che nun so’ l’operaia o la commessa,
ma quella donna spesso sottomessa,
che manna avanti l’azienda de famija,
che n’è manco riconosciuta, pòra fijia.

So’ quelle donne che da mattina a sera,
lavano panni, stirano e passano la cera,
fanno trova’ er pranzo bono ar marito,
e lui se ne sta’ sbracato, servito e riverito,
perché se sente un po’ stanco, poverello,
ch’è ito a gioca’ a carcetto cor fratello.

quelle donne meritano un regal serto,
accoglierle ogni giorno co’ ‘n concerto,
invece molto spesso so’ maltrattate,
e tante finiscono pe’ essere ammazzate.
‘Sto giorno d’esse festa pure pe’ loro,
ch’è er giorno della festa der lavoro.

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