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Con due cromosomi X

«[…] al contrario di quanto si possa pensare, sono molte le sportive di livello mondiale che, di recente, hanno ammesso di aver vinto o battuto i propri record nel pieno del ciclo mestruale. Fu Yuanhui nel nuoto (bronzo nei 100 metri dorso alle Olimpiadi di Rio), Paula Radcliffe (record del mondo nel 2002 in maratona, a Chicago) o la nostra Sara Simeoni»1.

Era un giorno d’estate del 1978 quando Sara Simeoni nel corso di una competizione amichevole di atletica leggera, saltò 2,01 m. Era la prima donna al mondo a superare la soglia dei due metri e la malasorte volle che questo fantastico salto venne compiuto nella totale assenza di copertura mediatica. 

O almeno così si pensava, fin quando con circa 30 anni di ritardo vennero scoperte negli archivi di una tv locale2 immagini autentiche di quella giornata indimenticabile per gli appassionati azzurri e per la Simeoni che, finalmente ed ulteriormente, poté rendersi conto del roseo futuro che si apprestava ad intraprendere. 

La stessa altista veneta dovette dunque ripetersi un mese più tardi ai campionati europei di Praga del 1978. Qui Sara Simeoni dimostrò, saltando ancora una volta 2,01 m, di essere superiore alle sue avversarie, tra le quali vi era anche la tedesca dell’est Ackermann che, saltando in ventrale, si arrese all’azzurra proprio quando l’asticella si alzò alla misura del record mondiale.

In Germania il mio primo 2.01 l’avevano chiamato record fantasma, perché nessuna immagine Rai lo documentava. Ma, come dicevo prima, le ragazze venivano sempre in coda. A Brescia c’era un’amichevole con la Polonia per le femmine, quella dei maschi a Venezia. Quindi: telecamere e giornalisti di primo piano, tutti a Venezia”3 dirà più tardi Sara Simeoni che è stata il vero simbolo dell’abbattimento delle ingiustizie e delle discriminazioni delle donne in ambito sportivo. Come riportato nelle prime righe, Sara Simeoni rientra in quella ristretta cerchia di atlete donne che hanno voluto condividere di aver raggiunto determinati risultati avendo le mestruazioni, fatto che non dovrebbe suscitare scandalo ma che, ancora tutt’oggi come allora, provoca non poco scalpore.

Si può dire che le donne per quanto riguarda la pratica sportiva siano partite con uno svantaggio e che abbiano sempre dovuto rincorrere gli uomini che, invece appoggiati ed avvantaggiati dalle istituzioni e dagli ideali sociali contemporanei.

Pierre de Coubertin, colui che è considerato il padre dello sport moderno, affermò nel 1912 che “la partecipazione femminile sarebbe poco pratica, priva di interesse, anti-estetica e scorretta”, più tardi “la gara femminile di corsa degli 800 metri fu eliminata dopo le Olimpiadi di Amsterdam del 1928 (riammessa nel 1960, alle Olimpiadi di Roma), perché si riteneva che minasse la fertilità. E per dissuadere Kathrine Switzer dal correre la maratona di Boston del 1967 le fu dichiarato che l’utero avrebbe ceduto.”4

Ora sappiamo bene come quanto detto alla Switzer fosse errato e mirato unicamente a spaventare l’atleta: donne e uomini, infatti, possono compiere lo stesso tipo di allenamento senza incorrere in complicanze di tipo sanitario.

Negli ultimi anni sono stati fatti compiuti da gigante per portare lo sport femminile sullo stesso livello di quello maschile anche se, in molti paesi, le principali cariche a livello istituzionale sono ricoperte dagli uomini.

In Italia, nelle 45 Federazioni Sportive Nazionali riconosciute dal CONI, non vi è neanche un Presidente di genere femminile e, anche nei più comuni Consigli federali, le donne non arrivano a ricoprire neanche il 10% dei partecipanti: sono solamente 60 su 670.

Questi dati sono facilmente estrapolabili da vari documenti presenti sul web, ma per conoscere la reale condizione di molte donne nel mondo sportivo di oggi, affidatevi a chi si muove in questo ambiente quotidianamente.
Date voce alle donne, alle ragazze, alle bambine. Chiedete loro se si sentono rispettate, tutelate e al pari dei colleghi maschi. Ascoltate quel che vi rivelano, date peso alle loro parole, non sottovalutate quello che hanno passato perché troppe altre volte sono state sottovalutate. Non permettete a nessuna donna di arrendersi al fatto di non poter raggiungere un uomo. Non spingete nessuna ragazza ad accettare che al suo aspetto venga data più risonanza che alle sue potenzialità.

Infine, fate in modo che le donne del domani siano salvate da pregiudizi e stereotipi: non lasciate che nessuna bambina rinunci ai suoi sogni “solo” per esser nata con due cromosomi X.

Camilla Folcarelli

1 Rif: Dott. Davide Zecchi; Dottore in Scienze Motori e preparatore atletico; “SPORT E CICLO MESTRUALE: ARGOMENTO ANCORA TABÙ?” http://www.super-op.com/it/sport-e-ciclo-mestruale-argomento-ancora-tabu/

2 Rif: immagini di BRESCIA TELENORD con commento del Prof. Sandro Calvesi; https://www.youtube.com/watch?v=c-cZk2HPeOs

4 Rif: : Gaia De Vecchi; “Emancipazione femminile e sport”; pagina 1/3; https://oikonomia.it/images/pdf/2017/giugno/07-De%20Vecchi.pdf

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